“La legge sulla caccia che c’e’ in Italia e’ una buona legge, che ispira al rapporto tra attivita’ agricole, venatorie e tutela dell’ambiente. Ci sarebbe forse bisogno di qualche piccola manutenzione ma non la cambierei perche’ si rischierebbe di farlo in senso peggiorativo”. Lo ha detto il viceministro Enrico Morando intervenuto, oggi, a Strambino, nel torinese, al convegno nazionale sulla fauna selvatica, organizzato da Arci Caccia. Il convegno, organizzato con Fondazione Una Onlus, ha posto l’accento sulla necessita’ di un confronto tra mondo dell’agricoltura, venatorio, associazioni ambientaliste per affrontare temi come la gestione degli animali selvatici ed i danni che causano alle coltivazioni. “La demagogia e l’estremismo di un certo ambientalismo o di certe posizioni a favore della caccia – ha detto Remo Calcagno, presidente provinciale di Arci Caccia – non servono a nessuno. Serve un punto di equilibrio”. Aspetto questo sottolineato anche dall’assessore all’agricoltura del Piemonte Giorgio Ferrero: “il dialogo equilibrato e’ il modo corretto con cui ci si rapporta tra imprese agricole, chi pratica attivita’ venatoria, cittadini, amministratori locali. In Piemonte stiamo procedendo all’iter della nuova legge sulla caccia: abbiamo fatto le consultazioni, accolto 800 osservazioni dalle diverse parti in causa. Andiamo avanti ma serve lealta’ e correttezza da parte di tutti”. “Riconosciamo i valori tradizionali nella caccia sia dal punto di vista culturale che, in molte zone, economico – ha sottolineato, infine, Renzo Ruggia vice presidente Commissione Tutela ambiente del Cai- Auspichiamo in prospettiva la scomparsa di ogni forma di violenza gratuita “. “Per noi – ha detto ancora – la caccia non e’ trasmissibile dal punto di vista etico e su questo dobbiamo confrontarci. Noi vorremmo vederla come uno dei diversi modi di equilibrio delle specie selvatiche escludendo pero’ ogni aspetto ludico di questa attivita’ “.

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