“E’ tempo di superare il fondamentalismo. Serve un confronto tra mondo venatorio, dell’agricoltura, dei diversi soggetti coinvolti, per affrontare temi come quello della fauna selvatica e non rendere impossibili le attività agricole”. Cosi’ Osvaldo Veneziano, presidente Arcicaccia intervenuto, oggi, al convegno “Fauna selvatica bene indisponibile del Creato” a Strambino nel Torinese. “Obiettivo di quest’incontro – ha spiegato Veneziano – è aprire una riflessione, un percorso, un ragionamento pacato, sereno ma fermo con l’obiettivo di superare questa fase di fondamentalismo, perché più si esasperano i toni forti e meno si risolvono i problemi”. “Il tema della gestione della fauna selvatica – ha proseguito – e’ stato vissuto male in Italia, pur avendo una delle legislazioni migliori a livello europeo.

Siamo tra i Paesi migliori nella gestione delle specie selvatiche, si pensi al problema dei danni degli ungulati nelle campagne. Non abbiamo saputo affrontare il tema del rapporto tra cultura urbana ed agraria. Da qui la necessita’ di una strategia comune”. A questo proposito il presidente nazionale di Arcicaccia ha ricordato il lavoro portato avanti dalla Fondazione UNA (Uomo Natura Ambiente), che vede la partecipazione del mondo venatorio, di quello agricolo ma anche dell’ università, come quella di Scienze gastronomiche di Pollenzo ed il dialogo con Legambiente, con Coldiretti.

Un percorso comune quello presentato, oggi, a Strambino che puo’ avere anche ricadute economiche occupazionali: “la fauna selvatica puo’ diventare anche una risorsa e non solo per i cacciatori. Si pensi – ha osservato ancora Veneziano – al problema presente in Italia del mercato nero delle carni di selvaggina. Perchè non fare emergere quest’economia e portare questa carne sul mercato arrivando magari alla grande distribuzione? E’ una situazione che va superata forse anche con una legge nazionale – ha concluso – perchè il conferimento dei capi diventi obbligatorio “.

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