“Dal 1992 ad oggi il tema della caccia in Italia e’ stato gestito in modo fallimentare. Questo mondo e’ diventato più periferico, più silente, più piccolo. Dobbiamo capire che cosi’ non si va avanti”.

E’ l’analisi di Nicola Perrotti, presidente della Fondazione UNA Onlus, intervenuto, oggi, al convegno nazionale organizzato a Strambino, nel torinese, da Arcicaccia. “Bisogna ragionare con le altre realtà territoriali, trovare insieme una via per convivere.

La Fondazione vuole proprio essere lo sforzo per mettere insieme realtà ragionevoli che vogliono gestire positivamente il territorio”. In questo senso la Fondazione Una ha avviato una serie di progetti, tra cui quello dedicato alla corretta gestione degli ungulati selvatici in collaborazione con Ispra, Legambiente, Federcaccia, Arcicaccia e AnuuMigratoristi, che prevede l’identificazione numerica degli animali presenti sul territorio, creare una carta d’identità degli ungulati per capire quanti sono realmente. “Il prelievo venatorio- ha spiegato Nicola Perrotti – e’ un po’ come la potatura degli alberi :e’ la selezione degli animali in sovrannumero, di quelli segnalati per malattie e difformità, per rendere più’ forte la specie.

Questo puo’ essere un terreno comune dell’opera re del mondo agricolo e venatorio “. Altro aspetto che puo’ vedere una collaborazione, ha evidenziato il presidente di Fondazione Una, quello dei danni all’agricoltura dalla fauna selvatica. “Ci vuole una regolazione di questi capi e si potrebbe arrivare a collaborare se agricoltori e cacciatori si parlassero. Se poi si aggiunge che quella carne, come ci hanno confermato studi dell’università di Milano e Urbino, e’ più sicura, si potrebbe diffonderla anche nella grande distribuzione, sottraendola al mercato nero”.”Nostro obiettivo – ha concluso Nicola Perrotti – e’ creare entro fine anno un tavolo al ministero dell’agricoltura tra le diverse realta’ per gestire queste tematiche”.

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