L’aggiornamento degli artt. 9 e 41 porta nella Carta i valori fondanti di Fondazione UNA

Roma 14 febbraio 2022 – Lo stato di salute di una democrazia si misura anche nella sua capacità di saper allargare il perimetro delle tutele in virtù dell’evoluzione della società e della scienza. L’inserimento in Costituzione della tutela dell’Ambiente e della Biodiversità, approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso 8 febbraio, è un passo in avanti che porta l’Italia verso una nuova era e una maggiore consapevolezza. Si tratta di un fondamentale aggiornamento le cui ricadute andranno a favore del nostro Paese, inteso tanto come territorio quanto come comunità umana.

Se l’articolo 9 della Carta introduce il principio della tutela, da parte dello Stato, dell’Ambiente e della Biodiversità, l’articolo 41 va addirittura a metterle sullo stesso piano della sicurezza, della libertà, della dignità umana, della salute.

Di seguito riportiamo il testo costituzionale, aggiornato con le modifiche apportate in grassetto.

  • Articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”,
  • Articolo 41: L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Un riconoscimento di questa portata è un grande punto di arrivo e mette la parola fine a decenni di contrasti ideologici e speciosi, che si sono limitati ad ampliare il divario fra le persone e fra posizioni che sono divenute sempre più estreme. Esempio evidente di questo fenomeno, l’incauto e fortunatamente inefficace tentativo di promuovere un referendum contro la caccia, sulla base di una deriva dell’ambientalismo che ha dimostrato a più riprese di finire per produrre più danni che benefici.

Fortunatamente, e come spesso accade, la realtà è migliore delle rappresentazioni e il Parlamento ha saputo interpretare le energie migliori della nostra società ascoltando le richieste pervenute nel corso dell’iter di modifica costituzionale anche da parte del mondo venatorio, votando quasi all’unanimità un aggiornamento della Costituzione che ci porta verso una nuova concezione, più matura e consapevole. Ci porta ad affrontare ad esempio il tema della gestione faunistica guardandolo nella sua attualità – più che nello stereotipo – e a constatare come le più recenti emergenze legate alle specie invasive abbiano uno straordinario elemento di contrasto nella caccia di selezione e non solo nel controllo, ma anche come una maggiore attenzione nella fase del prelievo possa portare alla creazione di una filiera  tracciata della carne di selvaggina, prodotto con valori nutrizionali imparagonabili e molto più etica e rispettosa del benessere animale. Oltre che meno impattante da punto di vista ambientale.

Proprio il mondo venatorio si candida a dare sempre più rilevanza e centralità alla figura fondamentale del Paladino del Territorio promossa da Fondazione UNA, quella sentinella del territorio e delle sue problematiche che è già da tempo parte attiva nella tutela e nella ricerca di soluzioni.

Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente – nasce proprio dal riconoscimento di questa esigenza di una maggiore maturità nell’affrontare il tema ambientale. L’aggiornamento della Costituzione va in questa direzione, è anni che lavoriamo perché si concretizzi e ora che è avvenuto è nostro dovere coglierne lo spirito più puro e profondo.

Andare quindi oltre una lunga fase di muro contro muro e di scontri verbali fatti a discapito dell’Ambiente e della Biodiversità, ammettere che un ambientalismo diverso esiste, è prevalente e ingloba già oggi il mondo venatorio. Con questa consapevolezza possiamo e dobbiamo assumerci sempre più responsabilità, aprire le porte del dialogo e consegnare, finalmente, all’Italia ciò che merita. Un fronte unito e compatto a tutela del suo straordinario territorio senza intestarsi queste modifiche alla carta Costituzionale come un risultato di parte da utilizzare a danno dell’altro ma come punto di partenza verso una riflessione priva di ideologie.

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