“Dove sono gli orsi in Italia?” è una domanda che molti genitori hanno sicuramente sentito chiedersi dai propri figli mentre questi ultimi guardavano un documentario naturalistico sui plantigradi, o magari anche solo un cartone animato con protagonista un orso (gli esempi non mancano di certo).

Nel nostro paese è presente unicamente l’ orso bruno (Ursus arctos) sia esso Alpino oppure Marsicano, e generalmente occupa tre grandi macro-aree, due sulle Alpi e una sull’Appennino, habitat della sottospecie marsicana:

  • Trentino occidentale
  • Area di confine fra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Austria
  • Appennino centrale (Abruzzo, Lazio, Molise)

In genere predilige ambienti boschivi e foreste, ma non disdegna di avvicinarsi a campi coltivati e pascoli durante le ore notturne. Di natura schiva e tranquilla, è erroneamente considerato aggressivo ma non va sottovalutata la sua pericolosità: per quanto emozionante, l’incontro con un esemplare in libertà può rivelarsi piuttosto sgradevole (come nel caso di una madre insieme ai cuccioli).

Caratteristiche e comportamenti dell’orso bruno italiano

Prima di domandarsi “dove sono gli orsi in Italia” sarebbe opportuno chiedersi “come sono fatti e quali comportamenti seguono in natura”, in modo da conoscerli meglio. L’orso bruno nostrano è in grado di arrivare a quasi 2 metri di altezza, mentre il peso si attesta sui 130 kg di media (le femmine invece hanno misure più ridotte). Non è gigantesco quanto i suoi celebri parenti americani, l’Ursus arctos horribilis (conosciuto anche come Grizzly) o il Kodiak, tra i più grandi insieme all’orso polare, ma rimane uno spettacolo alla vista. Nonostante la mole di corsa può raggiungere  i 50 km/h (altra ragione per cui conviene stare alla larga).

Il nome deriva ovviamente dal colore della folta pelliccia che può raggiungere tonalità anche più chiare del bruno scuro, con diverse sfumature e chiazze. La stessa subisce una muta stagionale con annessa perdita e ricrescita. Gli artigli sono di notevoli dimensioni ma vengono usati più per scavare in cerca di cibo (insetti e altro) e arrampicarsi che per attaccare delle prede.

Il cranio risulta compatto e minimale rispetto al resto del massiccio corpo ed equivale a 1/3 di quello umano. L’orso bruno italiano è onnivoro e può sfruttare un’impianto dentale di molari e premolari più sviluppato rispetto ad altre specie di ursidi considerati carnivori (come ad esempio l’Ursus maritimus, alias orso polare). Infine vanta un olfatto straordinariamente efficace e potente.

Dove sono gli orsi in Italia? Conosciamoli meglio

Alimentazione dell’orso bruno: cosa mangia?

Qualsiasi specie di orso necessita di ingenti quantità di cibo per sostenere la massiccia mole durante la bella stagione e per passare in maniera serena il periodo di letargo invernale. Il “nostro” urside nello specifico richiede a livello nutrizionale ed energetico almeno 12-15 kg di cibo da ingerire quotidianamente e la scelta dello stesso dipende per ovvie ragioni anche dalle stagioni.

  1. In uscita dal letargo, a inizio primavera, è obbligato ad accontentarsi di piante, germogli e radici, in alcuni casi potrebbe avere la fortuna di imbattersi in carcasse animali: in generale il cibo è ancora scarso ma il suo stomaco è perfettamente in grado di estrapolare i nutrienti dai vegetali.
  2. Con l’avvicinarsi dell’estate diventa più facile soddisfare il suo palato con insetti e frutta, sia selvatica (come mirtilli e lamponi) che coltivata (mele, pere, ecc), due tipologie di cibo che rappresentano la parte più importante della sua nutrizione, senza dimenticare semi e vegetali. Purtroppo si rende a volte protagonista di qualche furto nelle coltivazioni, anche per tipologie di frutta e verdura (pannocchie di mais, uva, ecc) con cui non ha normalmente familiarità. Eventi che caratterizzano tutte le aree dove sono gli orsi in Italia.
  3. Durante il periodo estivo può ingrassare di quasi mezzo kg al giorno, ma è durante l’autunno che viene assalito dall’iperfagia, una fase in cui l’orso inizia a nutrirsi senza sosta con l’obiettivo di accumulare quanto più grasso possibile prima del lungo letargo invernale.

Dove sono gli orsi in Italia? Conosciamoli meglio

La riproduzione per l’orso bruno

Finito il letargo e recuperato in parte il peso perduto, a primavera inoltrata ha inizio la stagione degli amori per l’orso bruno. Gli esemplari maschi sfruttano il proprio olfatto alla ricerca di una femmina, unico momento nell’anno in cui questi animali generalmente solitari assumono un comportamento sociale.

La verità è che maschio e femmina si separano immediatamente dopo l’attività di accoppiamento: è quest’ultima l’unica a doversi occupare del cucciolo o dei cuccioli (normalmente da 1 a 3 piccoli) che nascono in genere fra dicembre e febbraio per crescerli e introdurli al mondo.

Dove sono gli orsi in Italia: aree e parchi

Veniamo al dunque della domanda con un appunto necessario relativo al comportamento dei plantigradi in oggetto. Gli orsi in generale sono soliti muoversi molto e su aree notevolmente estese, tant’è vero che fanno spesso notizia su giornali e telegiornali per le loro incursioni in nuovi territori. Il motivo di questi ampi spostamenti è da ricercare nella necessità di cibo e nei diversi ecosistemi in cui sono soliti dormire, riprodursi o passare il letargo.

La preferenza in ogni caso in fatto di habitat va alle fitte zone boschive e alle foreste di latifoglie, in Italia soprattutto ad altitudini comprese fra i 300 e i 1.500 metri. Nel nostro paese in particolare ha trovato casa nelle Alpi (Trentino e Friuli Venezia Giulia) e nell’Appennino centrale, principalmente all’interno di aree protette (parchi nazionali) dove viene presa seriamente in carico la sua conservazione attraverso svariati progetti di introduzione (come Life Ursus del Parco Adamello Brenta, di cui parliamo più avanti) e protezione: la presenza dell’orso bruno rappresenta infatti un indicatore positivo per la salute del nostro ambiente.

Prima del 20esimo secolo, ma potremmo andare indietro anche di svariati secoli, l’orso bruno abitava l’intero arco alpino con buoni numeri, che iniziarono a contrarsi verso l’inizio del 18esimo secolo (caccia indiscriminata e antropizzazione dell’ambiente) fino quasi a scomparire in concomitanza con le due grandi guerre e il periodo a esse intermedio (nonostante nel 1939 ne fosse stato istituito il divieto di caccia).

A fronte di una riduzione dei numeri che negli anni ’90 si arrivò a sfiorare la completa scomparsa di questa specie dal nostro territorio alpino, vennero istituiti piani di introduzione e conservazione dell’orso bruno: attualmente si contano circa 100 esemplari sulle Alpi (distribuiti fra il Parco Naturale Adamello Brenta e le zone di confine internazionale del Friuli Venezia Giulia), mentre si attestano tra i 30 ed i 50 individui gli appartenenti alla sottospecie marsicana che ha il suo habitat nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ecco dunque dove si trovano gli orsi in Italia.

animali a rischio di estinzione in Italia

L’unicità dell’orso bruno marsicano

Un discorso a parte merita l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), una sottospecie endemica presente unicamente nel nostro paese e ubicata nell’Appennino centro-meridionale, principalmente all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, mentre pochi individui stazionano nei vicini parchi del Sirente-Velino e della Majella, oltre che nella riserva Monte Genzana e Alto Gizio. Le ultime stime parlano di un numero complessivo che oscilla fra i 30 e gli 50 esemplari di marsicano, ma si tratta di una specie che richiede una speciale protezione da bracconieri (che approfittano della sempiterna fame dell’animale con esche avvelenate) e malattie come la tubercolosi bovina che ha colpito i capi allevati nei pascoli vicini o interni all’habitat.

Rispetto al suo fratello più comune l’orso bruno marsicano ha delle peculiarità fisiche che gli permettono di distinguersi, come la testa grande tondeggiante o la corporatura di dimensione leggermente più ridotta ma anche più slanciata. Per il resto sono maggiori le somiglianze.

Il progetto Life Ursus

Tra le diverse aree in cui possono trovarsi gli orsi in Italia, in una di esse sono stati reintrodotti quasi da zero. Stiamo parlando del progetto promosso e poi condotto dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e con l’ISPRA. Tale progetto, denominato Life Ursus, ha preso il via nel 1996 grazie ai finanziamenti ottenuti all’interno del programma Life dell’Unione Europea per la conservazione della natura e dell’ambiente.

In seguito a uno studio di fattibilità era stato stimato un programma di ripopolamento a medio-lungo termine dell’orso bruno sulle Dolomiti di Brenta, coinvolgendo al tempo stesso un’area più ampia che include tutto il Trentino, l’Alto Adige italiano, le province di Brescia, Sondrio e Verona. Un’ampiezza che ha permesso di coinvolgere un notevole numero di partner, enti, associazioni e organizzazioni di vario genere, per la buona riuscita del progetto stesso.

Parte dello studio di fattibilità era anche il sondaggio di opinione con cui sono stati intervistati oltre 1.500 abitanti dell’area prescelta alla reintroduzione relativamente alla percezione del progetto da parte degli stessi. Tale sondaggio ha fornito numeri estremamente soddisfacenti e i feedback ottenuti hanno permesso di inserire misure di prevenzione e rimborso dei danni causati dai plantigradi, definendo inoltre compiti e responsabilità per i vari enti.

La prima fase operativa (che presupponeva l’introduzione di almeno 9 individui giovani, 3 maschi e 6 femmine) ha visto l’inserimento di una coppia di orsi bruni prelevati dalla Slovenia, cui sono stati aggiunti ulteriori 8 esemplari tra il 2000 e il 2002. Dotati di radiocollare trasmittente per tracciarne gli spostamenti, gli orsi hanno vissuto un buon adattamento al nuovo territorio, arrivando a espanderlo come previsto nelle aree esterne allo stesso parco promotore del progetto (un fatto che fa bene sperare per un ripopolamento che coinvolga l’intero arco alpino). Attualmente nel solo Parco Adamello Brenta si stima che vivano una 50ina di esemplari. La strada è ancora lunga ma i risultati per ora sono ottimali.

Dove sono gli orsi in Italia? Conosciamoli meglio

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