Le cronache locali e nazionali sono state spesso (e sono tuttora) veicolo di notizie relative alla presenza degli animali selvatici in città, gli esempi in tal senso non mancano davvero: cinghiali, cervi e caprioli (e anche altre specie di ungulati), diversi volatili (rapaci compresi), ma anche volpi e persino lupi, senza contare i mammiferi di dimensioni più ridotte come gli scoiattoli o i ricci. Si tratta di invasioni che definiamo senza dubbio pacifiche, dovute e favorite per lo più dalla disponibilità di trovare facilmente cibo (ad esempio nella spazzatura), dalla temperature più miti riscontrabili nei centri cittadini, dall’assenza di attività venatoria e di veleni (come quelli utilizzati dagli agricoltori per difendere il proprio lavoro).

Nel mondo ci sono situazioni estreme che per fortuna nel nostro paese non hanno eguali, basta pensare alle scimmie: in India, nella città di Agra, hanno invaso le strade e i residenti sono stati costretti  a sbarrare finestre e balconi, mentre a Città del Capo, in Sud Africa, delle vere e proprie “bande” di babbuini (provenienti dalle vicine aree protette) depredavano negozi ortofrutticoli e scippavano le persone in strada, costringendo l’amministrazione a istituire una task di controllo. Ma senza scomodare animali esotici, si potrebbe anche solo citare l’invasione di ratti che coinvolge alcune delle città più importanti del mondo, da New York a Parigi, comprendendo purtroppo anche Milano e altre zone di provincia.

Dal punto di vista animale l’area urbana non rappresenta certamente un habitat ideale: c’è poco verde, l’aria è maleodorante e inquinata, i rifugi scarseggiano e in un modo o nell’altro si finisce sempre per “disturbare” l’uomo o le sue azioni. Però presenta anche dei vantaggi, come specificato sopra, dalla disponibilità di cibo all’assenza di predatori (se non consideriamo tali i gatti domestici, che spesso perdono fra le mura di casa il loro istinto naturale predatorio). Tutte condizioni ragionevolmente buone per spiegare la presenza di animali selvatici in città.

Questi “clandestini” sono in costante aumento nel nostro paese, ma la loro presenza fissa o le loro comparsate nelle periferie possono essere causa di notevoli problemi di convivenza. Chiaramente non è per tutti così, i rapaci ad esempio possono offrire un (involontario) aiuto decisivo nel controllo del numero di piccioni, topi e ratti, ma altre specie più ingombranti come cinghiali e lupi rappresentano (non sempre per la verità) un pericolo per l’uomo e le sue attività. C’è poi la questione inerente la biodiversità: se da un lato l’ingresso di nuovi animali nel territorio cittadino può favorire uno sviluppo più variegato della stessa, dall’altro l’intromissione di altre specie (soprattutto se aliene) può essere foriera di notevoli danni all’ecosistema e squilibri capaci di intaccare anche la flora.

Aumentano gli animali selvatici in città: quali sono i rischi?

Vantaggi, rischi e criticità dell’ambiente urbano per gli animali selvatici

L’ambiente urbano è artificiale, antropizzato, anche al netto di parchi, aiuole, orti, giardini e aree verdi in generale. Eppure quei pochi spazi lasciati alla natura nascondono a volte una biodiversità più ricca di quello che uno potrebbe pensare. E non intendiamo casi come i fenicotteri di Villa Invernizzi a Milano (introdotti dall’industriale caseario Romeo Invernizzi, ovviamente titolare della villa) o più comuni come i numerosi animali domestici che milioni di italiani tengono in casa.

Sono davvero molteplici le specie animali (ma anche floreali) che hanno imparato a vivere o sopravvivere nell’ambiente urbano, avendo trovato un “territorio” certamente difficile da affrontare ma in cui è minore la competizione con altre specie che non riuscirebbero mai ad adattarsi a un contesto cittadino. Diamo per scontata la presenza di piante ben conosciute come ortica, edera o come la versione selvatica della bocca di leone.

Allo stesso modo non ci stupiamo (ma in realtà dovremmo) della presenza di lucertole muraiole o dei gechi, di rondoni, taccole e merli, cornacchie grigie, pipistrelli (in diverse varianti) e civette. Meno comuni e per questo ancora più “speciali” fra gli animali selvatici in città sono le ghiandaie e il barbagianni, volpi, tassi e faine, rane e rospi così come alcune specie di pesci d’acqua dolce (carpa e scardola valgono come esempio). Buona parte di questi non costituisce pericoli per uomo o per la biodiversità nel complesso e andrebbero “accolti” in maniera positiva.

I problemi, e quindi le criticità e i rischi, nascono in concomitanza con l’atteggiamento invasivo che hanno determinate specie. Alcuni animali, ad esempio quelli che abbiamo citato prima come “alieni” in quanto provenienti da ecosistemi differenti, potrebbero causare danni irreparabili alla biodiversità, minacciando gli autoctoni anche all’interno del suolo urbano. La zanzara tigre e la testuggine americana sono una casistica ben conosciuta. Gli stessi ungulati, cinghiali in primis, che danneggiano le coltivazioni agricole, farebbero lo stesso con giardini e parchi cittadini, oltre a risultare pericolosi perché possibili fautori di incidenti stradali.

Aumentano gli animali selvatici in città: quali sono i rischi?

Animali selvatici in città: dove sono, come si comportano e quali rischi arrecano

Le dinamiche che innestano gli animali selvatici in città sono molteplici: diverse specie, più o meno particolari, hanno deciso di stazionare nell’ambiente urbano e di convivere con l’uomo, con annesse eventuali problematiche legate alla situazione. Grazie al report WWF del 2017 “La biodiversità in città – Alla scoperta della nostra natura urbana” è possibile avere una panoramica che prende in esame alcune delle principali città italiane, da nord a sud.

Roma

Nella capitale la presenza di animali selvatici è un fenomeno in realtà abbastanza comune, basta pensare che ogni anno vengono recuperati “in strada” circa 5.000 esemplari per essere poi rilasciati nella natura. Unitamente a mammiferi come ricci, faine, lupi e i sempre problematici cinghiali (soprattutto nelle periferie), vale la pena segnalare le popolazioni urbane di volpi nei pressi di Villa Ada e Villa Pamphili (ma non solo). Insieme alle specie autoctone è possibile trovare numerosi parrocchetti dal collare e pappagalli monaci, originari dell’Asia: specie alloctone che hanno colonizzato i giardini di diverse ville antiche, dimostrandosi in certi casi più forti dei volatili locali. Da segnalare infine le colonie di granchio d’acqua dolce stabilizzatesi negli scarichi all’interno dei Fori Imperiali.

Milano

Nel capoluogo lombardo vivono numerosi esemplari della testuggine palustre europea, protagonista anche di diversi progetti di protezione e reintroduzione in quanto fortemente minacciata dalla “sorella” americana. Molto problematica è invece la presenza del procione: di origine nordamericana, ha stabilito diverse colonie periurbane, è portatore di rabbia e danneggia la fauna autoctona. È uno degli animali selvatici in città più dannosi e il commercio è vietato in Italia. Molto interessanti sono invece le popolazioni di volatili. L’airone cenerino ha stabilito da anni infatti la sua casa lungo i navigli milanesi, così come hanno fatto il gheppio, che si è adattato perfettamente nidificando nelle nicchie della Stazione Centrale, della torre di San Siro e sui tetti dell’ospedale San Paolo. Da ultimo il gufo comune, con i suoi numerosi nidi alla periferia sud.

Firenze

A Firenze i problemi maggiori derivano dai cinghiali, la cui presenza nelle vie cittadine è in forte crescita, generando non poche criticità all’ordine urbano. Non mancano però altri ungulati o mammiferi come volpe e lupo. Diversi esemplari di istrice hanno colonizzato le aree verdi e i parchi periurbani della città, mentre tra i volatili si segnalano la passera d’Italia, che purtroppo sta scomparendo da molte aree urbane, e il colorato upupa, che ha scelto di nidificare nei fori e nelle nicchie delle costruzioni fiorentine più belle e antiche.

Napoli

A Napoli non è raro poter osservare il passero solitario di leopardiana memoria: solitamente predilige rocce e ruderi assolati, ma nel caso della città partenopea ha optato per cupole e campanili, adattandosi perfettamente. È facile scovare anche il polpo vulgaris tra le rocce del porto, mentre nei cieli notturni si aggira il pipistrello albolimbato, il più urbano della sua specie. Diversi picchi rossi scelgono di nidificare nei parchi e nelle ville napoletane, dove non mancano infine i colombacci.

Palermo

L’area urbana di Palermo è ricca di specie selvagge, alcune davvero uniche e particolari, autoctone e quindi parte di un ecosistema equilibrato e ben adattato anche all’ambiente cittadino. Tra gli interstizi degli edifici, ma anche nelle fessure di falesie e pareti rocciose, vive il molosso di Cestoni, il pipistrello europeo più grande. Le coste palermitane sono l’habitat di tursiopi e tartarughe comuni, mentre i cieli vedono spesso all’opera il rondone pallido, che nidifica su tetti e torri. Interessante è la presenza del discoglosso dipinto, un particolare rospo che vive nelle vasche delle ville, anche nel pieno centro della città.

Trento

La posizione alpina del capoluogo trentino, e i recenti progetti di ripopolamento, hanno generato diversi avvistamenti di orso a pochi km dalla città. Nei cieli di Trento volano spesso aquile reali (simbolo della città), gufi reali (una coppia di quest’ultimo ha nidificato addirittura nei pressi del Museo delle Scienze) e la rondine montana che scegli anche ponti ed edifici per il nido.

Cagliari

Il clima e l’ambiente che caratterizzano la Sardegna (Cagliari nel caso specifico) ne fanno un habitat ideale per numerose specie di uccelli come il fenicottero, il falco di palude e il pollo sultano. Tra gli animali selvatici in città non è difficile incappare in conigli selvatici e ricci, abbastanza comuni nell’area cittadina.

Aumentano gli animali selvatici in città: quali sono i rischi?

Bologna

Insieme agli avvistamenti periurbani di ungulati e lupi (con annessi problemi e rischi), alla presenza di colonie di gruccioni e di rospi smeraldini italiani, l’area urbana di Bologna è saltata agli onori della cronaca “faunistica” per la straordinaria nidificazione in un palazzo della zona fieristica e nel campanile di San Petronio, in pieno centro storico, di due coppie di falchi pellegrini.

Ancona

Campanili, chiese, terrazzi e cupole della città anconetana sono stati scelti da diversi anni dal gabbiano reale per nidificare. Purtroppo hanno la brutta abitudine di frequentare le discariche e di portare lontano i rifiuti, oltre a risultare pericolosi per i voli aerei. Le faine cacciano le proprie prede anche in piena area urbana, mentre nelle periferie è possibile trovare diversi tassi. Nei parchi e nei giardini è osservabile la sfinge colibrì.

Matera

Matera è una città estremamente interessante dal punto di vista faunistico, in quanto l’area urbana e le immediate vicinanze offrono l’habitat per specie uniche e rarissime. Il centro storico ad esempio è stato scelto dal falco grillaio (il rapace più piccolo in Europa) per la riproduzione: si contano almeno 600 coppie. Anche alcuni esemplari di nibbio reale hanno optata per l’area urbana di Matera. Nei dintorni della città vivono infine lo scoiattolo nero (presente unicamente in Calabria e Basilicata) e soprattutto il capovaccaio, un piccolo avvoltoio europeo in pericolo di estinzione di cui si contano una decina di coppie circa.

Aumentano gli animali selvatici in città: quali sono i rischi?

 

Condividi

La natura non può essere lasciata sola. Fai la tua parte.

Supporta attivamente i nostri progetti facendo una donazione o diventando sostenitore. Puoi anche devolvere a Fondazione UNA il tuo 5×1000.

Blog