L’estate 2022 è stata caratterizzata da temperature senza precedenti e da una siccità preoccupante per chiunque abbia a cuore non solo il clima del nostro Pianeta, ma anche quell’architrave naturale ed economica italiana rappresentata dalla nostra straordinaria biodiversità che ci rende un paese ricchissimo sia dal punto di vista turistico che da quello agricolo.

Se da un lato questa ondata di caldo eccezionale ha ulteriormente nutrito il rischio di incendi (già così diffusi sul suolo italiano, leggi anche), dall’altro sappiamo ormai che la siccità ha un’altra faccia: quella delle alluvioni e delle cosiddette “bombe d’acqua”, che trasformano l’acqua da necessaria e fondamentale alleata a pericolosa nemica.

Presenza umana e dissesto idrogeologico

Nel parlare delle recenti catastrofi in termine di alluvioni, a tutti sarà capitato di sentir parlare di dissesto idrogeologico; ma di cosa si tratta esattamente?

Il dissesto idrogeologico è un insieme di avvenimenti – quasi tutti causati da un’eccessiva attività umana – che portano ad un impoverimento e alla degradazione del suolo.

Ancora una volta, sono diverse e sfaccettate le attività umane che contribuiscono ad aumentare il rischio di dissesto idrogeologico e l’Italia, in virtù della sua morfologia e dell’elevata presenza di bacini idrici, è un territorio ad altissimo rischio idrogeologico.

Un problema ambientale sempre più diffuso: il dissesto idrogeologico
Un problema ambientale sempre più diffuso: il dissesto idrogeologico

Le cause del dissesto idrogeologico

Così come per gli incendi, le attività umane che mettono a rischio la stabilità del nostro delicato ecosistema e, in particolare, la tenuta dei terreni nei pressi dei corsi d’acqua sono molteplici. Eccone gli esempi più eclatanti:

  • la cementificazione, sia essa legale o abusiva, riduce la permeabilità dei terreni; per questa ragione l’eccesso di cemento tipico delle zone limitrofe ai corsi d’acqua rende quelle aree particolarmente pericolose;
  • contraltare della prima, la deforestazione è la seconda causa del dissesto idrogeologico. La drastica riduzione della vegetazione (e delle sue radici) riduce la stabilità e la tenuta dei terreni, compromettendo i processi idrologici;
  • in stretto legame con la deforestazione, merita purtroppo attenzione particolare l’agricoltura intensiva; ancora una volta il taglio degli alberi, l’eccessivo sfruttamento del suolo e l’indiscriminato consumo idrico danneggiano pesantemente i terreni;
  • l’assenza di manutenzione dei terreni (in particolare quelli delle alture) è un altro elemento che aumenta in maniera sostanziale il rischio di frane e valanghe, dato che quei terreni rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione di tali catastrofi, facendo da prima barriera naturale;
  • il prelievo di risorse dal sottosuolo aggrava anch’esso le tenute dei terreni, siano esse risorse minerarie, idriche o di idrocarburi;
  • In ultimo, ma non per importanza, troviamo la singolare abitudine ad intervenire sui corsi d’acqua, deviandone il percorso per scopi principalmente edilizi.

Prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico: l’unica via è ridurre il nostro impatto

Come risulta chiaro scorrendo le cause del dissesto idrogeologico, la ricerca del profitto è comune denominatore. Per prevenire le principali catastrofi ambientali che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi 30 anni, l’unica soluzione è ridurre l’impatto delle attività economiche umane sul territorio e, ove possibile, cercare di riparare ai danni fatti.

Come? Lavorando alla riforestazione delle aree un tempo  boschive, controllando lo sviluppo edilizio dei centri urbani, manutenendo e pulendo i letti e gli argini dei fiumi, restituendo alla natura alcuni degli spazi portati via dall’agricoltura intensiva.

E cosa possiamo fare noi?

Fondazione UNA, grazie alla presenza sui territoti delle sue Associazioni che lavorano insieme ai Paladini del Territorio (leggi anche), contribuisce alla tutela e alla salvaguardia delle aree boschive.

Nelle operazioni di pulizia degli ambienti e degli ecosistemi, infatti, particolare importanza rivestono le aree limitrofe ai fiumi e ai corsi d’acqua, così delicate e attenzionate dal dissesto idrogeologico.

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