Numerosi avvistamenti, si teme per la stagione. Ma il Wwf replica: «Non sono pericolosi per l’uomo»

MONTE ARGENTARIO. Una decina di avvistamenti, anche nei centri abitati e a due passi dalle spiagge. L’eterno conflitto fra lupi (o presunti tali) e allevatori, che in Maremma causa ogni anno danni enormi all’economia del latte, a causa delle predazioni che decimano le greggi, si è allargato, da qualche mese, a Monte Argentario. Dove le pecore non ci sono, ma ci sono residenti con gli animali domestici e turisti, tante famiglie, spesso con bimbi piccoli, pronte da questi giorni in avanti a invadere la Feniglia e la Giannella, spiagge ricomprese in aree naturali tutelate. Esattamente com’è tutelato il lupo, almeno quando è puro e non, come accade spesso, incrociato con “semplici” cani.

Così se sull’Amiata e sulle Colline metallifere pastori e allevatori combattono da anni una battaglia difficile da vincere, chiedendo maggiori tutele e, in qualche caso, facendosi silenziosamente “giustizia” da soli, in riva al mare il conflitto è nuovo e sta infiammando gli animi, tanto che dall’ambito locale è arrivato a Firenze in Regione e anche al ministero dell’Ambiente. E non pare di facile soluzione, perché le sensibilità, e gli interessi, sono contrapposti. Da una parte ci sono gli ambientalisti, che spaziano dai semplici amanti degli animali che postano gattini sui social agli esperti delle principali associazioni che con studi scientifici sostengono la non pericolosità del predatore per l’uomo, dall’altra ci sono i residenti e gli imprenditori della zona, spalleggiati dalle Amministrazioni locali, che temono che questa presenza possa avere ripercussioni sul turismo. Perché in questa zona la gente di turismo vive. È nato anche un comitato “Argentario ambiente sicuro”, che chiede che il problema venga affrontato con serietà.

Gli avvistamenti e i dubbi. Certo che, da qualche mese, questi “quattrozampe pelosi” hanno iniziato a uscire dalla macchia e a farsi vedere nella zona: sono stati fotografati alla Feniglia, ad Ansedonia, alla Giannella. E in un video un “quattrozampe” con una piccola preda in bocca è stato filmato mentre correva nelle vie di Porto Ercole. “Al lupo al lupo!” hanno subito urlato in molti, mentre altri tentavano di smorzare l’allarme dicendo che si trattava di cani lupo cecoslovacchi. Così è iniziata a salire la tensione.
Life MedWolf. A fare un po’ di chiarezza sono poi intervenuti i responsabili di MedWolf, un progetto che si svolge in provincia di Grosseto e in Portogallo e che punta a ridurre il conflitto tra la presenza del lupo e le attività antropiche nelle aree rurali. I biologi di Medwolf hanno fatto una lunga indagine: hanno raccolto escrementi, installato foto-trappole, immesso ululati indotti, i wolf-howling. E hanno concluso che in Feniglia vive un nucleo di predatori composto da sette esemplari: due adulti e cinque cuccioli. In tutta la Maremma gli esemplari sono un centinaio, in 24 branchi.

In Regione. È stato il consigliere provinciale Umberto Amato, argentarino Doc, a interessare la Regione, mentre il sindaco del Promontorio, Arturo Cerulli, ha emesso una prima ordinanza per vietare di dar da mangiare agli animali in libertà, scatenando l’ira delle gattare. E salendo le competenze, anche lo scontro è salito. Il 24 marzo scorso è stata anche organizzata una scampagnata in Feniglia, con i vari esperti, per dare spiegazioni e rassicurazioni. La Regione ha coinvolto l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che, con un parere, ha autorizzato il posizionamento di trappole per la cattura. «È un atto importante – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – perché apre uno spiraglio rispetto alle nostre ripetute sollecitazioni ad affrontare con qualche strumento operativo la questione della presenza dei predatori. All’Argentario si cerca di dare risposta specifica anche alla preoccupazione dei residenti, visto che gli avvistamenti sono avvenuti nei pressi dei centri abitati».
Wwf e Ministero. Il Wwf ha subito contestato la scelta: «Qual è il motivo per cui si vogliono effettuare le catture? Perché siamo in presenza di un canide confidente o perché ci sono ibridi in zona? Le soluzioni in teoria sono chiare: se si tratta di cani, devono essere gestiti dal Comune. Se ci sono state mancanze sul controllo del randagismo canino nell’area, le responsabilità sono quindi in capo ai sindaci, che, invece, di parlare di ipotetiche traslocazioni di lupi, dovrebbero garantire il rispetto delle norme sul territorio, a partire dal controllo dei cani vaganti. Se invece si tratta di un lupo come pare dai video che circolano sul web in questi giorni, non si può improvvisare, ma bisogna definire a livello scientifico quali siano i criteri per classificare un lupo come confidente o problematico». E anche il ministero dell’Ambiente ha preso posizione: «Non abbiamo autorizzato la dislocazione di trappole per lupi né all’Argentario né altrove. Non è comunque prevista la cattura di lupi a meno di casi fortuiti in cui gli individui verranno immediatamente rilasciati, eventualità già espressamente prevista nella lettera della Regione Toscana».
Le trappole. Certo è che, da qualche giorno, alcune trappole, con esca di carne, sono state piazzate. Resteranno nella zona per un mese. Ma il problema è ancora lontano dalla soluzione: perché prima di tutto dovranno catturare qualcosa, è non è detto. Poi i “quattrozampe” dovranno essere studiati per capire se sono lupi puri, che dovranno essere rilasciati perché tutelati e, forse, trasferiti altrove, o se sono ibridi, nel qual caso potranno essere sterilizzati e trasferiti in strutture specializzate.
Nella speranza che, se le soluzioni non saranno trovate, residenti e operatori della zona non scelgano di agire da soli. Come fa, silenziosamente, qualche pastore.

Fonte: Il Tirreno

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