Turchia, Cina e India sono, nell’ordine, i tre paesi più segnalati dal sistema di allerta rapido dell’Europa, il Rasff, per irregolarità sui loro prodotti alimentari per un totale di oltre 700 allarmi in un anno. È quanto risulta da un’analisi di Coldiretti Lombardia in occasione del vertice sulla sicurezza alimentare a Brescia, con la partecipazione, fra gli altri, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, del fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, del presidente e del vicepresidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo e Ettore Prandini, del coordinatore scientifico della Fondazione Uomo Natura Ambiente Maurizio Zipponi. Secondo Coldiretti, l’anno scorso la Turchia, con 276 segnalazioni su prodotti turchi, ha fatto registrare il maggior numero di irregolarità. Tra queste residui di pesticidi e aflatossine, rilevate dalla Ue in particolare su frutta, verdura e noci. Al secondo posto la Cina, con 256 allerta, soprattutto per contaminazioni da aflatossine sulla frutta secca. Terza in classifica l’India con 194 segnalazioni, fra cui anche il batterio della salmonella su frutta e verdura.

Educazione alimentare materia di studio
Secondo Coldiretti Lombardia, più del 32% dei prodotti irregolari rilevati dal sistema di allerta rapido della Ue arrivano da Paesi dell’Estremo e del Medio Oriente. «Nonostante tutti i sistemi esistenti nel mondo — spiega Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia — ancora nessuno ha il grado di verifiche che possiamo vantare noi. La nostra rete di controlli si estende a tutti i livelli: Asl, assessorati regionali Sanità e Agricoltura, carabinieri dei Nas, uffici del ministero della Salute». «L’educazione alimentare — aggiunge Prandini — deve diventare una vera e propria materia di studio. È importante educare le nuove generazioni alla conoscenza dei prodotti del territorio e del vero Made in Italy. Non si tratta solo di offrire ai bambini gli strumenti per leggere in maniera più completa il mondo che li circonda, ma anche per insegnare loro che alla base di una buona salute e di un’alta qualità di vita c’è un’alimentazione equilibrata e legata al territorio». «Nei prossimi anni sul cibo sano si giocherà il futuro di produttori e consumatori — gli fa eco Petrini — . L’attenzione dei cittadini sta crescendo, spinta anche dall’aumento di intolleranze, allergie e patologie legate alla cattiva alimentazione. Per questo l’educazione ha un ruolo fondamentale, anche per la costruzione di un sistema alimentare più equo e sano. Solo intervenendo sulla cultura e sull’informazione, e quindi sull’educazione, possiamo agire in maniera realmente efficace. I bambini in particolare hanno grande sensibilità su questi temi, e sono essi stessi i più efficaci educatori degli adulti».

Selvaggina, la proposta di filiera
Al centro dell’intervento di Zipponi del Comitato Scientifico della Fondazione UNA Onlus, le eccellenze gastronomiche del territorio: «La carne di selvaggina, alimento tanto pregiato quanto sottovalutato — ha spiegato — è sana ed ecocompatibile. Al tema è dedicato uno dei progetti seguiti dalla Fondazione UNA insieme all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, al Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano e alla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, che mira a creare in Italia una filiera tracciata della selvaggina che consenta di creare valore per i territori anche dal punto di vista economico e occupazionale».

fonte: corriere della sera

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