La Fondazione Una ha riunito questa mattina intorno ad un tavolo esponenti politici e delle associazione di categoria per discutere sulla contrapposizione tra il mondo degli ambientalisti e quello dei cacciatori e su come nel pieno rispetto dei ruoli può essere possibile trovare un punto di incontro a livello progettuale e scientifico ed operare insieme per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della biodiversità. “Fondazione Una sta facendo un lavoro importante – spiega Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, durante l’evento ‘La gestione del patrimonio vivi-faunistico in Italia: tra piccoli e grandi passi, dove siamo e dove arriveremo’ – perché sta creando luoghi e momenti di confronto dove si cerca di uscire dall’ideologia. Dobbiamo avere il coraggio, se vogliamo bene ai territori italiani, di osservare cosa sta accadendo. Molte zone montane e collinari sono state abbandonate dagli agricoltori a causa della presenza di animali selvatici fuori controllo che danneggiano le coltivazioni, che sono causa di incidenti stradali in alcuni casi mortali e che comportano un serio rischio per la salute pubblica e la sicurezza degli allevamenti. E’ necessario quindi – conclude Moncalvo – riportare sui nostri territori equilibrio anche attraverso proposte normative e legalità”.

La fondazione Una opera dal 2015 per creare una sinergia tra questi diversi mondi (ambientalista, agricolo e venatorio) affinché’ possano agire insieme per una gestione condivisa e proficua della natura. In tale contesto la figura del cacciatore e’ stata rivista, sostituendo lo stereotipo del predatore selvaggio con l’immagine di colui che e’ garante della biodiversità, rispettoso delle regole dettate dalla comunità’ scientifica e oppositore del bracconaggio. “Sono contento che sia stato accolto il metodo concertativo sui problemi, metodo che cerca di individuare una soluzione. Noi come fondazione – spiega Maurizio Zipponi, Presidente Comitato Scientifico Fondazione Una – offriamo soluzioni sui temi relativi al rapporto uomo-animale, uomo-ambiente, biodiversità, economia e lavoro, che non sono frutto di tifoserie ma di un rapporto tra la comunità’ scientifica, le associazioni del mondo agricolo, le università e le associazioni venatorie. Ciò dimostra che la concretezza di individuare temi e soluzioni permette di trovare anche il consenso senza farsi prendere da facili estremismi”.

Sulla stessa linea le due esponenti di Forza Italia: Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini che nel corso dell’evento hanno ribadito l’importanza di gestire questi temi con il “buon senso”, senza sfociare negli estremismi.  “Capisco le preoccupazioni e la sensibilità di movimenti animalisti, ma non ci deve essere la marginalizzazione e un atteggiamento vessatorio verso la caccia anche perché intorno ad essa ci sono molti interessi economici. Dietro all’industria delle armi legalmente possedute ci sono posti di lavoro e pezzi dell’economia italiana”, spiega la deputata FI Mariastella Gelmini. “Dobbiamo abbandonare – continua Gelmini – un eccesso di ideologia che porta ad incomprensioni e affidarci al buon senso per gestire i vari interessi in gioco”.

A chi le chiede di far sottoscrivere a Michela Brambilla un testo per l’abbattimento dei cinghiali in eccesso risponde: “Mi chiedete tantissimo…”. “Sono certa – conclude – che come sempre Berlusconi saprà trovare un equilibrio tra le diverse posizioni che animano il centrodestra. Per fortuna non siamo in una caserma. Ho il massimo rispetto per la posizione di Michela Brambilla e per tutti coloro che animano il suo movimento, ma credo che si possa avere un sguardo ampio e tenere insieme la sintesi tra interessi e posizioni differenti”. “In un momento in cui tutto è estremizzato – ribadisce la senatrice FI Anna Maria Bernini – serve il buon senso.

Io sono favorevole alla caccia anche perché e’ un comparto molto regolamentato e ne voglio parlare senza ipocrisia anche perché coloro che sono contrari”, ha continuato, “spesso sono proprio quelli che la conoscono meno e sono ignoranti sul tema. Nessuno va a caccia di cani, gatti e canarini, ma si tratta di ambiti di attività completamente diversi. Bisogna essere collaborativi ed opporsi all’estremismo anche quello degli animalisti. E’ importante che ci sia una collaborazione tra gli agricoltori e i cacciatori che – ha concluso la senatrice – sono specie in via di estinzione molto più degli animali selvatici”.

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