(AGI) – Brescia, 2 ott. – “Mettere insieme ambientalismo e attività venatoria, far dialogare realtà che in fin dei conti sono dalla stessa parte perchè in fondo sono più i punti di incontro e di contatto che quelli di differenza“. Con queste parole Nicola Perrotti, presidente di Fondazione Una, spiega l’impegno e gli obiettivi dell’associazione nata appunto per favorire il confronto tra mondo ambientalista, agricolo, venatorio, scientifico e accademico, per far compiere un salto di qualità nella tutela e nella gestione della natura.

Perrotti e Fondazione Una sono presenti al “Creative and Innovation Festival Supernova“, il principale evento italiano dedicato al rapporto tra tecnologia, innovazione e ambiente, in corso a Brescia tra il primo e il due ottobre.

Nella città lombarda, spiega Perrotti, “Siamo in campo per cercare di valorizzare la filiera della selvaggina, il tema al centro di uno dei cinque importanti progetti che la Fondazione sta portando avanti“. Si tratta del programma “Selvatici e buoni. Una filiera alimentare da valorizzare“, ideato per introdurre i criteri di tracciabilità, sicurezza alimentare, trasparenza e legalità all’interno della filiera della selvaggina, tanto pregiata quanto sottovalutata e che invece merita di essere valorizzata anche dal punto di vista economico e occupazionale.

Il nostro obiettivo è di mettere sulle tavole degli italiani la selvaggina che, oltre a essere uno degli alimenti più antichi dell’umanità, è una delle carni più sane che ci sia: non a caso il nostro motto è “meno carne ma più buona e migliore‘”, dichiara Perotti.

In effetti, aggiunge, si tratta “di carni particolarmente pregiate perchè provenienti da animali che si alimentano naturalmente e che ci consentono di poter mangiare un prodotto, oltre che più saporito, con meno grassi e più sano“. Il punto, sottolinea, “è di poter arrivare ad avere una filiera più controllata, in modo che la selvaggina di cui ci nutriamo sia certificata in ogni suo passaggio, dall’origine alla lavorazione, fino a quando arriva sulla nostra tavola“. “Per questo “siamo impegnati per cercare di arrivare a ottenere a una legge che certifichi in modo assoluto che la selvaggina che mangiamo sia stata procacciata nel rispetto dell’ambiente e dell’animale, e che sia sana, senza insomma che abbia subito alcuna alterazione“.

La selvaggina, che nell’immaginario collettivo spesso è associata solo a carne alla brace o a “laboriosi” brasati, ovvero a piatti saporiti della tradizione, si sposa oggi anche con innovazione e, perchè no, alla cucina gourmet.

Un esempio è andato in scena proprio al “Creative and Innovation Festival Supernova” di Brescia, dove la Fondazione UNA ha organizzato “Selvatici e buoni“, un’innovativa degustazione di specialità a base di selvaggina a cura dello Chef Roberto Abbadati, specialista degli eventi su misura.

Un excursus enograstronomico dove la carne di cinghiale, sposata con lamponi, noci e rucola, condita con conserva di lamponi e aceto balsamico caramellato, non ha perso il gusto della tradizione ma si è esaltato con accostamenti che possono intercettare i palati di chi ormai è meno abituato ai cibi di una volta.

Stesso discorso per il riuscito risotto mantecato al parmigiano reggiano e chicchi di melagrana alla grappa, guarnito con pettino e coscetta di quaglia arrostiti, nocciole tostate e polvere di salvia, altra creazione dello chef Roberto Abbadati.

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