Esplorare le campagne o le coste, camminare lungo un sentiero di montagna, spiare da dietro dei cespugli laghi o delta fluviali.

Tutto questo movimento con un solo obiettivo: osservare gli uccelli nel loro ambiente naturali.

Il birdwatching è un’attività che, in base alla passione, può ondeggiare fra il semplice hobby e la vera e propria ossessione (come raccontato dal film Big Year, che racconta la ricerca del record di avvistamenti di uccelli nel corso di un anno da parte di 3 birdwatcher interpretati da Jack Black, Owen Wilson e Steve Martin). Al di là degli estremi, è ideale per adulti e bambini allo stesso modo.

Non vive di stagionalità, non richiede una laurea (anche se un po’ di studio aiuterebbe) e, soprattutto, non rende necessario spostarsi per centinaia di km in tutto il paese (o il mondo, per chi può): lo si può tranquillamente praticare con profitto anche nei parchi cittadini o persino dalle finestre di casa propria (certo dovete essere davvero tanto pigri). Ma è anche vero che esiste un turismo basato sul birdwatching, capace di generare una notevole influenza nelle strutture ricettive poste vicine a determinate aree famose per l’osservazione di volatili.

La Gran Bretagna è considerata la patria di nascita di questa attività e l’associazione locale, la Royal Society for Protection of Birds (RSPB), conta oltre 2 milioni di appassionati iscritti. Ma anche nel nostro paese non scherziamo, il birdwatching in Italia è considerato in crescita e non manca di luoghi eccezionalmente belli dove osservare numerosi esemplari di uccelli.

L’Italia non può contare sui numeri inglesi, ma il nostro Paese non è da meno in quanto a bellezze da osservare e luoghi privilegiati in cui praticare il birdwatching. Possiamo vantare diversi ecosistemi in cui vivono circa 500 esemplari, alcuni migratori, per i quali la passione crescente vede in campo sempre più birdwatcher generalmente armati di binocoli, guide e taccuini.

Come si osservano gli uccelli?

Fare birdwatching in Italia, come nel resto del mondo, significa attrezzarsi di poche ma fondamentali cose, per le quali è possibile cavarsela molto bene anche dal punto di vista economico: il binocolo per gli avvistamenti, una guida per riconoscere le diverse specie e un taccuino per appuntare luoghi e volatili “catturati” dal vostro occhio.

Il binocolo: lo strumento certamente più importante ed anche quello che peserà maggiormente sul vostro portafogli. Non è necessario dotarsi di attrezzature simil-militari o di pseudotelescopi, i prezzi possono anche arrivare alle migliaia di euro. L’ideale per la nostra attività potrebbe variare fra gli 8×40 e i 10×50 (la prima cifra indica gli ingrandimenti, la seconda il diametro dell’obiettivo), la scelta poi dovreste basarla sul peso e sulla luminosità offerta (valore che equivale al diametro diviso per gli ingrandimenti). Provateli, teneteli in mano e valutate la soluzioni migliore per voi.
La guida: in commercio ce ne sono tante, alcune di carattere generale, altre studiate per riconoscimenti riferibili ad aree o ambienti specifici, altre ancora per gruppi specifici (come rapaci o anatidi). Sono ovviamente corredate di foto o disegni utili a identificare l’uccello osservato, ma non dovrebbero essere trattate come strumento estemporaneo, vale piuttosto la pena studiarle prima di avventurarsi nella natura per essere più pronti agli avvistamenti (e non doverle tirare fuori e sfogliare ogni 5 minuti).
Il taccuino: utile per appuntare i luoghi d’osservazione, gli animali avvistati e tutta una serie di appunti che vi possano far tornare in mente i ricordi di una bella giornata passata a praticare il birdwatching. Un utile diario delle vostre avventure nonché un vero e proprio registro degli uccelli visti e riconosciuti.
A questi 3 elementi fondamentali possiamo aggiungere qualche utensile o conoscenza supplementare. Ad esempio sono state sviluppate delle applicazioni mobile che possono sostituire o supportare le guide e il taccuino, sfruttando le potenzialità degli smartphone attuali. Valevole di studio approfondito sono invece canti e comportamenti delle diverse specie di uccelli: se i secondi sono generalmente apprendibili dalla vostra guida, per i primi esistono siti web, archivi e le stesse applicazioni mobili.

Dove fare birdwatching in Italia e cosa serve

Il birdwatching in Italia: dove andare?

Muniti di tutte le conoscenze e degli strumenti necessari rimane solo una domanda: dove andare a praticare il birdwatching in Italia? Nel nostro paese gli ambienti si diversificano anche in maniera notevole e ne risulta un interessante varietà di volatili presenti o passanti per il nostro territorio. Dalle foreste alle foci fluviali, dalle colline ai rilievi appenninici e alpini: davvero tantissime possibilità per scoprire e coltivare questa passione.

Foresta del Tarvisio (Friuli Venezia Giulia)

La prima area valevole di una visita per gli appassionati è la millenaria foresta alpina del Tarvisio, la più grande foresta demaniale d’Italia con i suoi 24.000 ettari. Si trova nella regione friuliana e arriva a lambire i confini di Austria e Slovenia. Qui è possibile osservare diverse specie di rapaci, sia notturni che diurni: aquila reale, civetta nana e civetta capogrosso, astore, grifone. Non mancano poi altre specie quali gallo cedrone e gallo forcello, 3 tipi di picchio (nero, cenerino e tridattilo), la pernice bianca e il francolino di monte.

Torrile e Tre Casali (Emilia Romagna)

Questa riserva naturale si trova a poca distanza da Parma e permette di osservare bene numerosi uccelli che hanno fatto di questa terreno molto umido la loro casa (che è infatti ricco di garzaie). I birdwatcher possono infatti ammirare con facilità dai capanni creati ad hoc aironi, nitticore, garzette e sgarze, cavalieri d’Italia e sterne. A questi si aggiungono periodicamente specie migratorie come le anatre e i limicoli.

Delta del Po

Il delta del Po è una tappa obbligata per fare birdwatching in Italia, capace di attirare appassionati da tutto il mondo anche grazie alla Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalistico di Comacchio. A cavallo fra Veneto ed Emilia Romagna, compone un’area vastissima e davvero ricca di specie stanziali e migratorie.  Tra queste spiccano fenicotteri, aironi rossi, tarabusi e tarabusini, cavalieri d’Italia, diversi tipi di gabbiani, falchi di palude, albanelle e altre ancora. Nei periodi migratori si possono osservare anatre, oche e limicoli.

Massaciuccoli (Toscana)

L’oasi del lago toscano di Massaciuccoli (parte del parco naturale di Migliarino, in provincia di Lucca) ospita cormorani, aironi rossi, cenerini e guardabuoi, garzette e diverse specie di anatre. A questi si aggiungono i falchi di palude, i cavalieri d’Italia e alcuni passeriformi.

Dove fare birdwatching in Italia e cosa serve

Parco Nazionale d’Abruzzo

Uno dei parchi storici dell’Italia, a cavallo fra Abruzzo, Lazio e Molise, nonché altra tappa obbligata per il birdwatching in Italia. Anzitutto per lo stesso parco, una meravigliosa area protetta naturale in cui vivono anche l’orso bruno marsicano, il lupo, cervi e camosci. E poi perché ospita alcuni dei rapaci più maestosi del nostro territorio: aquila reale, gufo reale, falco pellegrino e astore. A questi si aggiungono specie prettamente di montagna come il coturnice, il picchio (dorso bianco e muraiolo), merlo e gracchio (alpino e corallino), fringuello alpino e rondine di montagna, ecc.

Monti della Tolfa (Lazio)

Questa ampia area collinare vicina a Roma è contraddistinta da una forte presenza di rapaci. Tra questi il nibbio reale e bruno, albanella, biancone, falco pellegrino e pecchiaiolo, poiana, lodolaio e lanario. Il territorio si divide fra coltivato e incolto, con diverse zone di macchia in cui trovano posto anche ghiandaie marine, cuculi, upupe, zigoli, tottaville e vari passeriformi.

Saline di Margherita di Savoia (Puglia)

Fra movimenti migratori e specie più stazionarie, le Saline offrono una notevole varietà ai birdwatcher per tutto l’anno: limicoli e rapaci, sterne, mignattini, cavalieri d’Italia, gabbiani e anatre, avocette e fraticelli, gli svassi (collorosso, piccolo e maggiore) e l’airone bianco maggiore fra gli altri.

Gravina di Laterza (Puglia)

Un’oasi davvero suggestiva: una gola rocciosa capace di offrire l’habitat per alcune specie rare e particolari. È presente ad esempio il capovaccaio, un avvoltoio considerato a rischio estinzione. Tra gli altri rapaci figurano pure il gufo reale, il lanario e il grillaio. Sono inoltre numerosi uccelli come la ghiandaia marina, il corvo imperiale, lo zigolo e la monachella.

Stretto di Messina

Altro luogo per eccellenza del birdwatching in Italia, lo stretto messinese è un luogo di ritrovo di appassionati provenienti da tutta Europa. Molti di questi attirati dall’imponente migrazione di rapaci e cicogne che avviene in primavera. I falchi la fanno da padrone, soprattutto quello pecchiaiolo (seguito da quelli di palude, cuculo, lodolaio, grillaio e pescatore). Sono osservabili anche il nibbio bruno, l’albanella minore, il gheppio, la poiana, l’aquila minore e il capovaccaio.

Saline di Priolo (Sicilia)

Nata nel 2000 a seguito di un recupero ambientale comprensivo di bonifica, questa riserva è tra le più belle del nostro paese e presenta una vastissima gamma di specie migratrici e stazionarie. Sono numerosissimi gli esemplari di anatre e limicoli, ma non sono soli e ne citiamo alcuni: fenicottero, cavaliere d’Italia, sterna comune e maggiore, falco di palude, pollo sultano, fraticello, gabbiano (corallino e roseo) e altri ancora.

Dove fare birdwatching in Italia e cosa serve

Linosa (Sicilia)

L’isola di Linosa è famosa fra i birdwatcher in quanto ospita la seconda colonia per grandezza della berta maggiore in tutto il Mediterraneo (circa 10.000 coppie). Oltre alle berte, che sono osservabili da vicino grazie alla possibilità di usare delle barche (soprattutto fra maggio e agosto), si aggiungono anche i movimenti migratori autunnali di passeriformi quali il pettirosso pigliamosche, lo zigolo e il luì.

Carloforte (Sardegna)

La selvaggia oasi di Carloforte ospita diversi habitat ideali per differenti uccelli. Tra questi spicca in particolar modo il falco della regina (presente in circa 100 coppie), uno spettacolo imperdibile per chi fa birdwatching in Italia. Tale falco infatti nidifica sulle scogliere a picco sul mare, offrendo un’esperienza davvero suggestiva. Oltre al suddetto rapace l’oasi propone l’osservazione di falchi pellegrini, poiane e gheppi, del raro gabbiano corso, di numerosi passeriformi e del marangone dal ciuffo.

Stagni costieri di Cagliari (Sardegna)

L’ultima nostra segnalazione per il birdwatching in Italia riguarda gli stagni del capoluogo sardo, in cui sono presenti oltre 200 specie di volatili lungo tutto l’anno fra migranti e nidificatori. Nella prima “categoria” troviamo anatre, limicoli e passeriformi di diverse specie, mentre nella seconda spiccano aironi, fenicotteri, cavalieri d’Italia, mignattai, sterne e altri ancora.

Dove fare birdwatching in Italia e cosa serve

Condividi

La natura non può essere lasciata sola. Fai la tua parte.

Supporta attivamente i nostri progetti facendo una donazione o diventando sostenitore. Puoi anche devolvere a Fondazione UNA il tuo 5×1000.

Blog